Il caso Durio

Agli inizi del secolo scorso il Commendator Durio, proveniente da una nota e ricca famiglia di conciatori di pellame, decise di aprire in Torino un Birrificio che fosse il “ritrovo della buona società”; accanto ai locali destinati alla produzione, Durio fece erigere un capannone (Il Kursaal appunto) che era una specie di salotto in cui si poteva
conversare ma anche un luogo di svago e di sport (bocciodromo e campo di palla a mano).

La vita del Birrificio Durio non fu lunga e la data di chiusura non è certa. Forse per le troppe spese fatte per attirare solo l’élite di Torino, forse anche per alcune campagne pubblicitarie non proprio azzeccate, (famosa è quella in cui la Maschera di Torino, Gianduia, noto per il suo amore per la bevanda di Bacco, invitava la gente a bere la birra Durio invece che il vino) il Comm. Durio dovette chiudere tutto.

Le origini di Durio

Torino vanta una tradizione birraria che non tutti conoscono!

Ospitò, infatti, la prima fabbrica di birra d’Italia, la Bosio & Caratsch, inaugurata nel 1845. A questa ne seguirono numerose altre, tra cui le celebri Boringhieri, Metzger e la Kursaal Durio, attratte dalle particolari caratteristiche dell’acqua cittadina.

Il luogo dove sorgono i birrifici in questa Torino di metà ottocento è il Borgo San Donato, che si rivela essere particolarmente favorevole alla produzione alimentare, grazie alla possibilità di sfruttare le acque del “canale di Torino” che erano descritte all’epoca come:

“un’acqua purissima, leggera e dolce, poco soggetta agli sbalzi di temperatura nonostante l’alternarsi delle stagioni”

e con l’unico difetto di essere periodicamente scarsa. In quest’area industriale si
trovavano i due più antichi birrifici torinesi: la Bosio & Caratsch, in via della Consolata, trasferita in Borgo San Donato in C.so Principe Oddone n.81 nel 1870, e la Metzger, le cui sedi erano tra l’altro due degli edifici più importanti e significativi del borgo.

Tali fabbriche si ispiravano al modello tedesco, e spesso erano dirette da operai specializzati o addirittura ingegneri provenienti proprio dalla Germania; dapprima erano molto piccole e di stampo artigianale, ma nel corso degli anni si ingrandirono fino a
raggiungere livelli di produzione decisamente elevati.

A partire dagli anni Trenta la Bosio & Caratsch e la Metzger, favorite anche dal regime dell’autarchia che impediva l’importazione di birra dall’estero, aumentarono la loro produzione al punto tale da poter esportare nelle colonie dell’Africa orientale. In seguito esse proseguirono la loro attività industriale, rinunciando però alla tradizione di rivendita e degustazione fino a circa agli anni 60 quando le fabbriche, ormai assorbite da altri marchi, vennero chiuse per improduttività.